giovedì 7 luglio 2016

[La chiacchera animata: Kiznaiver] « Tutti vogliono essere importanti per qualcuno. Tutti vogliono legarsi a qualcuno. Tutti vogliono condividere le loro cicatrici con gli altri. »

Buon pomeriggio tu! 
Chiedo venia per la latitanza ma ci sono state un po' di cose in ballo e quindi non ho avuto l'opportunità di scrivere in questo angolo di mondo. Mi farò perdonare con qualche novità però. :)

Questo è uno di quegli esperimenti che ogni tanto saltano fuori sul blog.
Avendo ricominciato ad approcciarmi al mondo dell'intrattenimento asiatico proprio grazie agli anime, ho pensato che di quando in quando avrei potuto proporre qualche riflessione in puro stile PQ anche riguardo a questo mio altro interesse. Ma direi di cominciare e di introdurre il titolo di cui ti voglio parlare, ovvero Kiznaiver.

INFO
 
Titolo: キズナイーバー / Kizunaiibaa
Conosciuto come: Kiznaiver
Genere: Fantascienza, scolastico, azione
Episodi: 12
Studio: Trigger
In onda: dal 09 aprile al 25 giugno 2016



TRAMA

La storia si svolge in quel di Sugomori - una città dalle tinte futuristiche costruita sulle basi di una terra in passato prospera -, in cui vive un liceale, Agata Katsushira, incapace di provare alcun tipo di dolore fisico. 
Un giorno poco prima delle vacanze estive, Katsuhira viene a contatto con una ragazza di nome Sonozaki Norico, la quale lo ha scelto per prendere parte ad un esperimento di gruppo in cui i suoi componenti condivideranno il proprio dolore, diventando così quelli che vengono chiamati 'Kiznaiver'.
Scoprirà in seguito che alcuni dei suoi compagni di classe sono stati scelti per il medesimo esperimento ma sono tutti ragazzi che non si sarebbero mai rivolti la parola l'un l'altro, vista la abissale differenza tra loro.

COMMENTONE PREGNO SULL'ANIME:

Kiznaiver mescola sapientemente molti ingredienti riuscendo a togliere dal fuoco un piatto di tutto rispetto. Si delinea così un mondo dalle tinte fantascientifiche in cui viene proposta però un'ambientazione non troppo futuristica, in una città dove si tiene luogo un esperimento particolarmente interessante ed al tempo stesso assurdo, ovvero quello di prendere a campione delle persone e di sottoporle ad un intervento chirurgico che farà in modo che queste ultime condividano il dolore provato. Il fine ultimo di questo esperimento altri non è se una sempreverde utopia in cui le persone riescono a comprendersi anziché disprezzarsi a vicenda, e lo fa portando in scena sette liceali della stessa classe che in un contesto normale non si sarebbero mai rivolti la parola; abbiamo quindi un ragazzo insensibile al dolore ed indifferente alle emozioni altrui, una ragazza che vuole solo stargli accanto e vederlo sorridere, un teppistello da cui stare alla larga, una giovane fuori dagli schemi, un ragazzo piuttosto popolare, una ragazza che sta sempre sulle sue e porta un grande peso nel cuore, ed infine uno dei miei personaggi preferiti, un tipo quantomai misterioso che non comparirà immediatamente assieme agli altri ma si farà quasi 'desiderare', riuscendo comunque a non deludere le aspettative.
I sette ragazzi non hanno motivo di stare insieme, pensano sia tutta una farsa, ma ben presto sono costretti a ricredersi e a doversi rimboccare le maniche per rimanere uniti fino alla fine dell'estate, la data ultima in cui l'esperimento che coinvolge questo Kizna System finirà per loro. Ovviamente non tutto va per il verso giusto, infatti i giovani dovranno anche superare molte missioni e difficoltà, ignorando però il fatto che tutto questo li sta portando ad avvicinarsi gli uni agli altri sempre più, in modo del tutto inaspettato.

Questo è solo un assaggio della trama, che non sto qui a spoilerare poiché la ritengo davvero interessante e tutta da scoprire, la quale comunque riesce a tenere incollato lo spettatore allo schermo. Certo, ammetto che magari i primi due episodi non diranno granché a qualcuno ma se si ha la pazienza di proseguire e di lasciarsi coinvolgere, non si rimarrà affatto delusi.
Parlando di delusioni invece devo dire che sono felicissima di aver scritto questo commento abbozzato il giorno successivo alla mia visione dell'episodio finale, poiché ieri sera sono rimasta tutto il tempo con l'amaro in bocca senza un motivo apparente. Mi spiego meglio. Fondamentalmente ho apprezzato assai questo anime e la sua conclusione, ma ieri avevo questa sensazione di incompiuto, come se mancasse qualcosa, e adesso credo di aver tratto le mie conclusioni in merito; effettivamente qualcosa manca ma non è nulla di imputabile alla storia in sé, quanto più a me come persona. Infatti manca il fatto che è già finito, che questi dodici episodi sono scivolati come una goccia d'acqua su di una foglia. Mi sembrano passati solo pochi istanti ed invece è quasi passata una settimana da che ho iniziato questa avventura.

Tralasciando un attimo il discorso morale dietro alla storia del Kizna System, vorrei soffermarmi un attimo su alcuni spunti di riflessione che si trovano nel corso della storia, primo fra tutti forse il concetto stesso di dolore e di sentimenti. Potranno anche sembrare due entità distinte ma, almeno dal mio punto di vista, diventa difficile poterli separare, poiché stiamo parlando di cose che comunque provano esseri viventi, nel bene o nel male.
L'utopia su cui poggia le basi questa storia sa di già visto lontano mezzo chilometro, che ve lo dico a fare, ma il concetto stesso scevro di pensieri ed ideali umani è molto più affascinante e profondo di quanto si possa pensare: il dolore è vita. Se non provassimo dolore non sapremmo nemmeno a cosa stare attenti e non riusciremmo a rialzarci con una cicatrice in più, sia essa morale o fisica, riscoprendoci un filo più forti rispetto a prima, pronti di nuovo a batterci, non trovate? E i sentimenti poggiano sulle stesse basi: senza di essi non saremmo che dei gusci vuoti, incapaci di concepire dei pensieri reali, umani – e non razionali, badate bene; perciò Kiznaiver secondo me vale, è un prodotto che sa dare al suo pubblico quella dose di mistero per rendere la storia appetibile, ma sa anche dare molto di più a coloro che sono capaci di ascoltare con le orecchie ben aperte e con gli occhi arguti in cerca di significati nascosti tra le righe.
Perciò anche se all'inizio può sembrare una storia banale con meccanismi riproposti già centinaia di volte, quella di Kiznaiver è una storia che dona tanto a chi è capace di andare oltre la semplice apparenza, alle cosiddette prime impressioni, donando tutta sé stessa solo gradualmente e con il tempo. È una di quelle storie che non si apprezzano se si ha la fretta di voler sapere tutto subito, anzi, credo che uno dei suoi punti forti sia proprio questo voler quasi temporeggiare, lasciando lo spettatore vagare nell'ombra della sua ignoranza per molteplici episodi, che servono solo a preparare il terreno per ciò che verrà.

Mentirei se dicessi che Kiznaiver è una storia per tutti, poiché di fatto non è così. Si deve apprezzare il genere, si deve essere in grado di abbandonare almeno momentaneamente le proprie perplessità riguardanti questa componente forse fin troppo fantascientifica per alcuni, ma se si riesce a superare tutto questo e non ci si lascia ingannare dai primi episodi magari sottotono rispetto al resto della storia, ci si ritrova davanti un prodotto di tutto rispetto che va ben oltre il semplice intrattenimento televisivo.

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