martedì 30 agosto 2016

[Pensieri fra le pagine: Diario di un'adolescenza rubata]

Ciao tu!

Sono ritornata e conto di rimettermi in pari con i commentoni che ho lasciato nelle bozze da un po'. 
Oggi però voglio parlare finché sono a mente fresca di un libro piuttosto impegnativo da leggere, ovvero Diario di un'adolescenza rubata.

INFO
 
Titolo: Diario di un'adolescenza rubata (Sadie)
Autore: Jane Elliott
Genere: Drammatico
Pagine: 286
Formato: Brossura
Editore: Newton Compton
Anno: 2008
Disponibilità (ad oggi): in commercio
Prezzo: 6,90€


TRAMA

Sadie è una bambina che ha perso il padre, Sua madre, disperata per la morte del marito, si rifugia nell'alcool e nella relazione con un uomo brutale che sconvolgerà le loro vite. E in una fredda mattina d'inverno, a soli tredici anni, Sadie subirà la più terribile delle violenze. Dopo ripetuti abusi da parte del patrigno scoprirà di essere rimasta incinta, ma il peso della vergogna porterà la ragazza ad abbandonare la figlia dopo il parto e a fuggire lontano, dimenticando tutto e tutti. Vivendo la sua vita, Sadie diventa un'affermata donna d'affari, proprietaria dì un'importante catena di intimo sexy e dì famosi locali notturni. Ma il passato torna a bussare alla sua porta. Il suo terribile segreto la catapulterà in un inferno da troppo tempo rimosso.














VOTO PERSONALE:

COMMENTONE PREGNO SUL LIBRO:

Mi sono presa un giorno di pausa prima di scrivere effettivamente un commento poiché mi sono accorta che farlo a caldo non avrebbe aiutato, anzi. 
Non ho preso questa pausa per riflettere meglio sul libro o altro, semplicemente era una pausa necessaria

Diario di un'adolescenza rubata è un libro che è nato per far discutere, rimescolare le carte e dare un calcio in bocca a chi si decide a leggerlo, inutile fare. 
Non dirò che questo libro è bello e tutto va per il verso giusto perché è una menzogna fatta e finita. Il mondo descritto in questo romanzo, la vita vera, è una merda e Sadie, la protagonista, non mancherà mai di farcelo notare con la sua storia così pesante da far mancare il respiro. 

Non si può parlare di abusi, sessuali e non, come se si conversasse amabilmente del tempo davanti ad un caffè, Gesù no, quindi questa lettura può scoraggiare un sacco di gente e mandarla verso libri di più facile lettura.  Inoltre per affrontare un tema simile a mio avviso ci vuole un'abile maestria capace di mescolare una narrazione graffiante e dura ad una più morbida e dolce, capace di controbilanciare tutta la crudezza del mondo ed al contempo far capire quando l'innocenza viene a mancare senza che ci sia un vero motivo dietro. 
L'autrice si può dire che in questo suo compito è riuscita solo in parte, poiché sebbene si riesca ad empatizzare un po' con Sadie e le sue tremende disavventure, non si può certo dire che si riesca ad apprezzare appieno per questa mancata emozione a tutto tondo.  

Il disagio però, la paura e la sensazione di disgusto che puntualmente attacca la bocca dello stomaco del lettore si fanno sentire, soprattutto nella prima parte quando non si sa bene come e quando succederà qualcosa, pur essendo consapevoli di cosa sia in realtà quell'avvenimento che fa stare così male. Almeno nel mio caso infatti le pagine erano fatte di cemento, era uno strazio anche solo abbassare gli occhi sulla riga successiva nella paura di essere ormai giunta all'inizio dell'incubo. Mi era stato anche consigliato di smettere una lettura simile, di quelle che ti fanno stare male anche fisicamente, ma io non ho voluto cedere e ho proseguito, non senza difficoltà. Ebbene, sono felice in qualche maniera di averlo fatto, perché indubbiamente, lasciando per un momento nell'angolo i pregi ed i difetti a livello puramente narrativo - non oso criticare una storia basata su eventi realmente accaduti -, questa è una lettura capace di arricchire il lettore a modo suo e trovo che sia sempre bellissimo chiudere un libro sapendo che rimarrà dentro di me, seppur in minima parte.

I personaggi vengono descritti in determinate circostanze e rimarranno pressocché invariati nel corso della narrazione, tranne forse Sadie che da tredicenne abusata e fragile si ritrova ad essere una donna d'affari spietata e con una pesante armatura a proteggerla.
Sempre parlando di personaggi comunque non si possono menzionare le donne del romanzo, quelle che subiscono passivamente, che vorrebbero riuscire a ribellarsi ma che, non appena ci provano, vengono subito tacciate con la voce e con la violenza. Non ho ben capito in questo senso se l'autrice volesse dare al lettore un'opinione negativa di queste donne succubi di uomini violenti o se invece voleva incitare quelle vere e che magari hanno letto questo romanzo a capire che c'è altro oltre quello schifo. 

Il finale ahimè, così come la seconda parte del romanzo, non mi è piaciuto particolarmente, soprattutto per come hanno concluso il percorso di Sadie, fin troppo buonista ed all'acqua di rose a mio avviso. Non entro troppo nel merito della questione per evitare spoiler importanti ma questa conclusione mi è parsa alquanto artificiosa e completamente distante dalla cruda spietatezza, dal graffiante ruggito di dolore e violenza che permeavano invece la prima parte. 
Nonostante ciò rimane comunque una lettura che va seriamente presa in considerazione, poiché sa donare tanto oltre a mostrare i suoi evidenti difetti, perciò non penso sia da bocciare a prescindere ma anzi, se possibile, chiunque stia leggendo queste parole provi a cercarlo: non ci sarà una cocente delusione quando si chiuderà il libro.    

 

1 commento:

  1. Posso capire cosa hai provato Fiorellino, parlare di certi argomenti è sempre difficile, devi essere proprio bravo per evitare che il lettore molli tutto e fugga a gambe levate dal libro. Da quel che vedo chi scrive ci riesce, anche con i suoi limiti fa restare il lettore al suo posto, e se questa storia fa riflettere e arricchisce anche solo un pò, è una buona lettura. Non per tutti e non per tutti i momenti, ma hai fatto bene ad arrivare fino in fondo. E il commento è splendido, come sempre! ^_^
    Coccole, Val =)

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